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Le Tradizioni

Ultima modifica 30 marzo 2022

Preservare le tradizioni popolari di una terra è il modo migliore per consolidare l'identità degli individui che vivono in quel territorio, per consegnare alle future generazioni un patrimonio solido di contenuti e di esperienze su cui costruire la propria storia, in un continuo confronto con la Storia. La città di Angri si può di sicuro annoverare tra i comuni del comprensorio che fanno delle tradizioni popolari un bagaglio imprescindibile per la vita comunitaria. Tre sono gli appuntamenti più conosciuti della cittadina dell'Agro Nocerino Sarnese, che attirano visitatori da molti comuni viciniori: "'A lampa 'e Sant'Aniello", falò propiziatorio che si tiene il 14 dicembre, in piazza Annunziata e nello spazio adiacente la millenaria chiesa di San Benedetto; 'O vacile cu 'e rrose", l'usanza ancora viva tra gli angresi di preparare nel giorno che precede l'Ascensione, giorno in cui si venera Santa Maria dei Bagni, il bacile con le rose; "La puella", nella notte che precede il 29 agosto, giorno in cui Angri festeggia il martirio del suo Patrono San Giovanni Battista.


'A lampa 'e Sant'Aniello

Il 14 dicembre, in piazza Annunziata e nello spazio adiacente la millenaria chiesa di San Benedetto, nel borgo Ardinghi, rivive il falò propiziatorio in onore di Sant'Aniello, la cosiddetta "Lampa". Un tempo eseguita in ogni cortile angrese, al suo spegnimento, i popolari gettavano un masso sui tizzoni augurandosi "abbi pace a tutti". Quando ormai della lampa restavano solo dei tizzoni ardenti, le donne gravide li raccoglievano in un recipiente di rame, per portarli nelle loro case come segno di buon augurio.

La lampa veniva e viene fatta, per propiziarsi Sant'Aniello, in quanto come in passato, lo si considera erroneamente, un Santo vendicativo. Infatti il 14 dicembre, la chiesa del Carmine che ospita la statua del Santo, è affollata da numerosi fedeli, in particolar modo dalle coppie che aspettano un bambino, che si recano a "guardare", ad omaggiare il Santo, affinché faccia crescere sano il proprio bambino. Questa ritualità nasce da alcuni racconti orali, in cui si narrano che alcuni bambini sono nati malsani, a causa dei loro genitori che non hanno "guardato" Sant'Aniello.


I sette Santi Dormienti

La chiesa universale commemora i sette Santi Dormienti, protettori dei sofferenti d'insonnia, il 27 luglio. La storia della vita dei Sette Santi, è la più bella e fiabesca di tutta l'agiografia cristiana. Si sa che nacquero ad Efeso, città famosa un tempo per il tempio di Diana, una delle sette meraviglie e poi per il tempio costruito sulla tomba dei Santi, meta di continui pellegrinaggi. Si crede che le leggende abbiano avuto origine dal termine "dormienti", tradotto non nel termine di "morti" ma di "assopiti", e per giustificare quel sonno sono stati creati racconti fantastici.

Prima di raccontare la leggenda ancora viva ad Angri, riportiamo la storia raccontata da Jacopo da Varazze o da Varagine, nella leggenda Aurea. L'autore, che fu vescovo di Genova, redasse nel tredicesimo secolo una raccolta di storie dei santi, tra cui quella dei Sette Dormienti.

I Sette Dormienti e la persecuzione dei cristiani

Nella città di Efeso l'imperatore Decio perseguitava i cristiani, facendoli cercare e metterli in catene, obbligandoli a scegliere se sacrificare agli dei o morire. In quella città nacquero i Sette Dormienti (Massimiano, Malco, Marciano, Dionisio, Giovanni, Serapione e Costantino), che, non volendo sacrificare agli dei, stavano nascosti in casa, sempre intenti in digiuni e preghiere.

La diffusione dell'eresia che negava la risurrezione dei morti

Morto Decio e morti tutti i contemporanei, si diffuse l´eresia di coloro che negavano la resurrezione dei morti. Teodosio, imperatore cristianissimo, molto rattristato, mise allora in mente a un efesino di costruire su quel monte alcuni ovili per i suoi pastori. Quando i muratori aprirono la grotta, i santi si svegliarono e, convinti di aver dormito una sola notte, chiesero a Malco che cosa avesse deciso Decio in merito alla loro sorte.

Malco e la visione prodigiosa

Malco pensò che volessero portarlo dall'imperatore. Per la paura, non sapeva più cosa dire; gli altri, visto che stava zitto, gli misero una fune al collo e lo trascinarono per tutte le strade fino in centro alla città; intanto, si diffuse la voce che un giovane aveva scoperto dei tesori. Tutti si accalcavano attorno a lui, e lui voleva convincerli di non aver trovato nulla.

La risurrezione dei morti

Appena i santi videro l´imperatore, i loro volti risplendettero, e l´imperatore si gettò ai loro piedi rendendo gloria a Dio. Allora San Massimiano disse: "Credici, è per causa tua che il Signore ci ha resuscitati proprio alla vigilia della festa della Resurrezione, e credi, che la resurrezione dei morti è una verità".

I miracoli attribuiti nei secoli ai Sette Dormienti

Nel corso dei secoli, ai Sette Dormienti, sono stati attribuiti diversi miracoli. Uno ci arriva direttamente dal medioevo:

La cella dove giacevano i loro corpi si riempì di un tale profumo, come se tutti gli aromi di questa terra fossero stati sparsi in quel luogo. Lo stesso abate Aicardo pensava che non fossero morti, ma che fossero semplicemente sprofondati in un lungo sonno, poiché il loro volto era rimasto di color rosa e la loro carne era bianca come la neve. Per questo motivo, li disposero su dei seggi così come erano soliti sedere nella loro cella, e li sistemarono in maniera tale che potessero essere scorti da tutti e godessero della luce necessaria e fossero difesi dall'ingiuria delle intemperie.

Tutti coloro che venivano a visitarli potevano vedere i loro volti rosei che davano realmente la sensazione che stessero dormendo. Verso quel luogo, con qualsiasi tempo, si dirigevano torme di persone, e tutti coloro che erano ammalati, ritornavano guariti: lebbrosi, sordi, muti, e zoppi, tutti furono guariti dai loro mali. Dopo molto tempo furono seppelliti nella stessa cella o oratorio, con gli stessi abiti che indossavano, e per preservarli da qualsiasi attacco, o profanazione, vennero messe all'ingresso delle sbarre. Si narra (quest'episodio è riferito da Paolo Diacono, «Historia Langobardorum», libro 1, cap. IV) che siano rimasti in quel luogo per moltissimo tempo, immersi in un lungo sonno: integri non solo nei corpi, ma anche nelle vesti, diventando oggetto di venerazione. Ora, una volta che un tale spinto da cupidigia volle spogliarne uno, gli si seccarono le braccia: castigo che spaventò a sufficienza anche gli altri, tanto da scoraggiarli dal compiere ulteriori profanazioni.

La leggenda dei Sette Santi Dormienti

Nella cappella dei Santi Cosma e Damiano, è esposto in una bacheca di cristallo, il gruppo in creta dei Sette Santi Dormienti, vestiti da guerrieri romani con corazze in latta dorata, su tuniche rosse e gialle. Narra la leggenda, ancora viva ad Angri e tramandata oralmente da padre in figlio, che, divenuti cristiani, per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano, si rifugiarono in una grotta, dove dormirono miracolosamente per alcuni secoli. Al loro risveglio, essendo mutata la lingua ed i costumi, furono condotti in cielo da un angelo. Ancora oggi mostrano ai visitatori le monete con l'effigie dell'Imperatore, che non potettero spendere durante il lungo sonno miracoloso.


'O vacile cu 'e rrose

Una usanza ancora viva tra gli angresi, è di preparare nel giorno che precede l'Ascensione, giorno in cui si venera Santa Maria dei Bagni a cui gli angresi sono da secoli devoti, il bacile con le rose. Il rito del "vacile cu 'e rrose", prevede la raccolta di grosse rose da cui "spampanare" (sfogliare) i petali, i quali insieme a foglioline di menta, si immergono in una bacinella d'acqua.

Essa viene posta sull'uscio di casa perché secondo la tradizione, un Angelo durante la notte dell'Ascensione, benedice l'acqua che al mattino verrà utilizzata per effettuare delle abluzioni.


La Puella

Nella notte che precede il 29 agosto, giorno in cui Angri festeggia il martirio del suo Patrono San Giovanni Battista, le donne compiono il rito della puella.

In grossi bicchieri al cui interno vi è il bianco d'uovo, viene versato del piombo liquefatto e su di esso, viene fatto per tre volte il segno di croce. Nel giorno della decollazione del Battista, le donne studiano il masso di piombo; e a seconda della forma che ha assunto, si interpretano eventi felici o disgrazie.


Festa Patronale di San Giovanni Battista

Affonda le radici nei primi decenni del '600 a seguito di varie calamità naturali. Richiama le folli dell'agro nocerino sarnese e dell'intero comprensorio vesuviano, per le eccezionali gare di fuochi pirotecnici, le fastose luminarie, il caratteristico incendio della torre e l'intervento dei più apprezzati concerti bandistici nazionali.

Narra la leggenda che mille anni fa, due legni, trasportavano orciuli di creta dalla costa tirrenica alle terre africane. Uno dei due legni aveva la statua di San Giovanni, ricavata rozzamente da un marinaio da un vecchio albero del bastimento. I marinai dell'altra imbarcazione invidiosi della velocità dell'altra nave, presero la statua e tentarono inutilmente di bruciarla. Allora la misero su di un carro trainato dai buoi per disfarsene. Giunto in aperta campagna alcuni contadini presero la statua e costruirono una chiesa nel punto in cui si fermò il carro e dall'ora in poi San Giovanni, venne proclamato Protettore del posto.

Ogni qual volta Angri e i suoi abitanti venivano minacciati da una calamità naturale, San Giovanni veniva tirato fuori dalla Collegiata, mettendo fine al flagello. È ancora vivo nel ricordo degli anziani, il miracolo compiuto dal Battista durante l'ultima eruzione del Vesuvio del 1944. Angri fu colpita da una incessante pioggia di lapilli che minacciava non solo l'incolumità degli abitanti ma anche i raccolti. Appena San Giovanni apparve sul sagrato della Collegiata, la pioggia di lapilli, cessò improvvisamente.

Fino agli anni'60 nella processione di Giugno, l'antica statua lignea di San Giovanni, ricoperta interamente da banconote, veniva accompagnata da "San Giovanniello" il busto argenteo del Patrono, che veniva posto nel "Maio" un particolare carro allegorico intessuto con la paglia, che serviva a raccogliere le primizie dei campi. A conclusione dei festeggiamenti, le primizie venivano date alle donne gravide, come segno di protezione e benedizione da parte del Santo. La tradizione vuole che il volto del Battista, sia stato "oscurato" dal fumo di migliaia di batterie, fatte esplodere ogni anno al Suo passaggio.


Ferragosto in Piazza

È una festa di particolare valore sociale, che si organizza ogni anno in Piazza Annunziata, per dare il bentornato ai cittadini angresi che vivono e lavorano lontano dalla loro Terra.


Premio città di Angri

Ha lo scopo di far conoscere con il tempo e nel tempo, il nome della Città stessa, attraverso la diffusione del premio che possa portare alla ribalta prima locale e poi nazionale, i cittadini di Angri, ma come detto, anche il nome di Angri, con le sue origini e la sua storia, nonché i suoi monumenti e i suoi personaggi illustri.


Festa di San Biagio

Il 2 febbraio, giorno dedicato a San Biagio, protettore dei mali di gola, seguendo un'antica tradizione, gli angresi si recano nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli per farsi ungere la gola con l'olio santo e per mangiare dei piccoli panini benedetti. La gola dei fedeli viene unta con l'olio santo, utilizzando una penna di gallina con la quale viene tracciato il segno di croce. Nella simbologia agreste, la gallina indica la morte e la resurrezione, elementi su cui si fonda la dottrina cristiana.

La gallina scavando la terra, unisce il regno dell'oltre tomba al mondo dei vivi, ma la morte nel mondo agricolo è legata alla vita, come insegna la natura: alla morte del seme segue la nascita della piantina. La festa si conclude con il pittoresco "ciuccio di fuoco", una sagoma raffigurante un asino posta su un carretto e adornata dai fuochi pirotecnici e con uno spettacolo di fuochi pirotecnici.


Festa della Santa Croce

La festa di origine agricola, è dedicata ad un crocifisso ligneo custodito in una edicola-tempietto, fatta costruire dal beato Alfonso Maria Fusco nel 1867. Egli intendeva offrire ai contadini, un aiuto spirituale ed un momento di fede e di preghiera. La festa deve il suo fascino, alle fastose luminarie e al tradizionale e pittoresco albero della cuccagna ('o pal 'e sapon).


Festa dei SS. Cosma e Damiano

Il 26 settembre nelle Vie di Mezzo, cuore del centro storico di Angri, sorte su un antico castrum romano, rivive la festa in onore dei santi medici Cosma e Damiano. Di antica origine, ai festeggiamenti religiosi, è legata la tradizionale sagra della pasta e fagioli con cozze e del soffritto. Una usanza ancora viva, è quella di ritirare dopo aver omaggiato i Santi, un sacchetto contenente un panino benedetto e una boccettina di olio santo. Questi alimenti, sono pregni di simbologia e di sacralità.

Il pane è l'alimento fondamentale per la sopravvivenza dell'uomo. Nel suo significato religioso, il pane era considerato dono di Dio. Per gli antichi mangiare il pane durante i propri culti, significava ricevere la vita divina. Gesù insegnò ai suoi discepoli di chiedere nella preghiera, "il pane quotidiano" cioè non solo quello necessario alla vita ma anche il "pane spirituale" cioè Cristo stesso. Invece nel suo significato religioso ed arcaico, si riteneva che l'olio, avesse un energia particolare e magica. In antichità veniva utilizzato per consacrare re, sacerdoti e profeti. Lo stesso termine Cristo, significa l'unto del Signore.

I festeggiamenti, caratterizzati dal travolgente ritmo delle tammorre, si concludono con un spettacolo di fuochi pirotecnici.


Festa di Borgo

Si tengono ogni anno in primavera nei sei casali della Terra d'Angri (Borgo Concilio, Borgo Coronati, Borgo Risi, Borgo Giudici, Borgo Ardinghi, Borgo Piazza Castello), dove riaffiorano uno spaccato di vita medievale, con mercanti, fiere, cortei storici e giostre medievali.


Palio storico città di Angri

Nato nel 1992, per riportare alla memoria degli angresi, un importante pezzo di storia cittadina: "L'Assedio del Feudo di Angri" da parte di Andrea Forte Braccio da Montone, avvenuto il 24 settembre del 1421. Si svolge ogni anno nella seconda decade di settembre, e vede sfidarsi tra loro i sei borghi di Angri nella famosa giostra equestre, che si tiene nel fossato del castello. Al borgo vincitore che ha superato la prova degli anelli e del saraceno, viene assegnato l'ambito Palio "la Spada di Zurlo".

Nei giorni che precedono la giostra equestre, nelle principali vie cittadine, si snoda un lungo corteo in costume e si rivive tramite una rappresentazione teatrale, l'assalto al castello per ricordare l'assedio del feudo angrese nel 1421.


Folklore

Dagli antichi Casali di Angri, dalle millenarie tradizioni, traggono origine diversi complessi folckoristici, che attraverso i loro gesti e i loro costumi, si rifanno alle antiche tradizioni popolari.

I gruppi folckloristici esistenti ad Angri, sono 'o scevatajasse, 'o pazzariello, 'o revotapopolo e i pulcinella. Il più importante fra tutti è il revotapopolo nato il 1° gennaio del 1933,ed elevato a notorietà internazionale per i suoi spettacoli in Europa e in America (Columbus Day).


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